

Tarantino, l'importante è il modo in cui usiamo il tempo
A Cannes i consigli del regista che rende onore a Sherman
È sbarcato a Cannes per rendere onore a uno dei suoi registi preferiti, George Sherman che a Hollywood si era fatto un nome fin dagli anni '30, ma che è passato alla storia come regista di western. Non è certo John Ford, ma è accompagnato dalla leggenda di essere velocissimo nel realizzare lavori che per altri sembrano impossibili. Quentin Tarantino lo ha conosciuto da spettatore e si è innamorato di quello stile che per gli appassionati è subito riconoscibile. Così, nonostante sia stato affidato proprio a lui il momento "clou" della serata d'apertura, la vera tana di Tarantino al Palais è la Sala Bunuel dove si proiettano, come nei vecchi doppi spettacoli dei cinema di quartiere, due film di Sherman: "Red Canyon" (1949) e "Territorio Comanche" dell'anno dopo. Quentin prende la parola dopo il primo film e si rivolge alla platea di giovani cinefili, molti dei quali sognano di diventare un giorno, come lui, registi. "I produttori di Sherman - dice - non capivano quanto veloce fosse Sherman nel sistemare un film. Essere veloci in questo mestiere è una bella cosa ed è un merito, specie per quelli che ci mettono i soldi. Ma quanto è buono quel che si è girato così in fretta?". Con il suo eloquio fluviale Tarantino si risponde da solo. "Oggi tu puoi capire subito se hai lavorato bene. Ma quel tizio, quel grande George, lavorava più in fretta di tutti e il suo materiale era proprio buono, le trame avevano senso e gli attori, anche quelli più difficili come Shelley Winters, rendono al meglio con George. Ecco, il consiglio che mi sento di dare a voi ragazzi - continua il regista di "Pulp Fiction" - è questo: quando giri un film hai sempre un tempo limitato. Tutti vogliamo girare quello che abbiamo in testa e tutti vogliamo farlo al meglio. Ma quasi non conta se non lo fai bene e in fretta. È il modo in cui trascorri il tempo, il modo in cui lo usi, quello che ti definirà, come uomo e come regista". Applauso travolgente e via al secondo film.
O.Bauer--VZ